Testo di Vito Sutto
Testo di Paolo Levi
Le luci e la Luce
Premetto subito e onestamente che non sono un critico d’arte e che non sarò obiettivo, se per obiettività si intende freddo distacco dalle cose e dalle persone, pretesa di giudicare senza sentirsi coinvolti, essere in una specie di limbo senza prendere posizione e in alcuni casi per giustificare un’ignavia di fondo. Certo, c’è anche il detto “amicus Plato magis amica veritas”, ma ci sono anche casi in cui l’amicizia e la verità possono andare tranquillamente a braccetto senza che l’una prevalga sull’altra. E’ il caso nel quale ora mi trovo. Infatti, sono chiamato ad esprimere un parere su un corpus di opere di una persona che sento profondamente e intimamente amica, tuttavia la profonda amicizia che mi lega non fa ombra e non offusca l’apprezzamento della sua arte e l’ammirazione che sento sgorgare nel mio intimo ogni volta che mi pongo di fronte a un quadro di Vincenzo Perna. Inoltre, un artista quando espone le sue opere, si espone e si offre e la mia riflessione vuole essere un atto di accoglienza che spero possa aiutare ad accogliere un dono dell’arte. Pertanto, non possedendo competenze tecniche di un critico d’arte, cercherò di farmi guidare dall’antico proverbio che recita: “La bellezza sta negli occhi di chi la contempla”.
Il mio primo invito, allora, è di porsi in un’ottica contemplativa e di ascolto dell’opera creandone le condizioni attraverso il silenzio. In effetti, la prima sensazione che ho provato di fronte alle opere di Enzo, è l’alone di silenzio e di luce che avvolge i paesaggi e i personaggi raffigurati e che fanno da contrasto al buio degli sfondi e ai rumori che colui che guarda si porta dentro e che è chiamato a tacitare, se vuole abbandonarsi al flusso della contemplazione dell’opera per coglierne la bellezza. Tutto questo comporta una presa di coscienza dell’uomo quale essere trasgressivo in quanto trascendente, cioè chiamato ad andare oltre le mere apparenze per percepire una vocazione profonda alla Perfezione, alla Verità e alla Bontà, insomma ad un Amore assoluto, intravisto e non raggiunto, ma verso il quale tendere.
L’uomo in cammino tra il già e il non ancora trova nella bellezza un ideale che guida, oltre il mondo che è già, e il suo valore è riassunto in pieno nel suo potere di guidare, e in questo tendere contiamo i giorni e i giorni contano acquistando un senso ulteriore dove la visione diventa anche compito e impegno.
Nell’opera di Enzo è presente un chiaro invito a smascherarsi, per trovare la pura nudità dell’essere e del valore Persona nella sua ricchezza e, allo stesso tempo, irriducibilità e incatturabilità, oltre la foresta delle strumentalizzazioni e dei riduzionismi, delle maschere e delle ipocrisie, per pervenire ad una natura incontaminata, ad un eros purificato che diventi fusione e agape,comunione di persone e apertura al creato. Gli stessi punti e giochi di luci, che caratterizzano l’attuale fase pittorica dell’artista, lasciano emergere una ricerca di Verità, un desiderio di emersione dalle tenebre, l’evocazione di un mondo altro, un ritorno alle radici della memoria, un invito e una ricerca del silenzio quale condizione dell’ascolto e rimandano a ben altra Luce che, attraverso l’opera, raggiunge la mente, il cuore e lo spirito di colui che la contempla. Nel lasciarsi attraversare dal messaggio di luce siamo provocati dall’artista a porci la domanda cruciale che fu già di Fëdor Dostoevskij: “Quale bellezza salverà il mondo?”.
Oggi, purtroppo, la bellezza sta nella moda, quindi il bello è destinato a diventare brutto nell’istante in cui la moda cambia: e cambia di continuo. Gli stessi artisti oggi eccellono in installazioni fatte per essere smantellate quando la mostra chiude i battenti; in happening che finiscono nell’istante in cui gli attori decidono di voltarsi dall’altra parte; nell’incartare ponti finché il traffico non riparte ed edifici incompiuti finché il lavoro di costruzione non riprende. Diventa quindi urgente sforzarsi di essere cercatori di bellezza al di là dell’effimero, dell’inconsistente e del transitorio che caratterizza la società liquido-moderna.
In effetti Enzo Perna coglie anche il drammatico interrogarsi sull’uomo e dell’uomo contemporaneo, l’inconsistenza di fondo di chi pretende di possedere troppe certezze e non vive l’umiltà del dubbio, la sincera ricerca della Verità non come possesso esclusivo di qualcosa bensì come il farsi possedere da Qualcuno. Di conseguenza l’opera dell’artista esprime anche la denuncia di un mondo vuoto e troppo fragile dove l’uomo è minacciato nella sua identità più profonda, ridotto a manichino, chiuso nell’ambiguità dei rapporti e incapace di mostrare il suo volto che si perde nell’inautenticità e nei giochi di maschere.
Tuttavia, nell’iperrealismo delle figure inserite all’interno di paesaggi e contesti situazionali surreali che richiamano negli sfondi bui la crisi dell’uomo, ecco irrompere la luce che indica un’apertura alla speranza che illumina e offre un senso alla fatica dell’umana ricerca attraverso la percezione del bello.
Omnis mundi creatura quasi liber et pictura nobis est, et speculum, tutta la creazione ci è data come un libro, un’immagine e uno specchio (Alano di Lilla). L’artista Enzo Perna invita e provoca ad uno sforzo di lettura, interpretazione e rispecchiamento, ma anche di visione e di abbandono contemplativo per essere avvolti da un alone di bellezza che possa aprirci alla condizione di trascendenza insita nel limite della nostra condizione umana aprendoci al più alto e al più oltre, al più Altro e al più altri.
Francesco Accardo
“Acquantico”
Canto, la bellezza di una giovane e
flebile voce di ruscello alla fonte!
Sgorgante, come liquido amniotico della madre Terra!
Canto, un crescente sinuoso e meraviglioso in una
forma libera mai ferma,
massa rivoltante!
Mutante trasformista in un cascare scrosciante!
Canto il frenetico movimento, il divino suono
di fluttuante strumento!
Poesia per l'udito, musica dall'infinito,
tra rumore e silenzio...padrona dell'immenso!
Canto un mare d'amare...tranquillo, rilassante, per un
calmare d'animo...eterno!
Rabbioso, spumante, schiumoso, invitante e
rinfrescante!
Canto te!...dissetante sorella, necessaria!
Fonte d'energia rigenerante!
Canto la forza penetrante, la pazienza perforante,
l'invadenza devastante!
Canto l'invisibile forma gentile e levigante, chiara, sincera,
trasparente, dolce e consolante...pacifica!
Canto l'onda che lava l'onta!
Purificante!
Canto la tua mano candida e pulente! Passante sul passato,
sui mali del mondo e...su quello che è stato è stato!
Ercolano, 7/10/2013 Vincenzo Perna